GIAPPONE
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La religione
Il Giappone possiede due grandi religioni nazionali: il buddhismo e lo shintoismo, di cui la maggior parte dei Giapponesi si considera contemporaneamente seguace; vi sono minoranze che professano il confucianesimo (che perse importanza con il riaffermarsi del potere imperiale) e il cristianesimo.
Il buddhismo (professato da circa il 74 % della popolazione), originario dell'India, giunse nell'arcipelago nel VI sec. passando per la Cina e, soprattutto, e la Corea. Il suo arrivo in Giappone determinò un notevole sviluppo culturale e sociale.
La religione nazionale, lo shintoismo, seguita da circa il 94% della popolazione, si rifà alle credenze del Giappone primitivo: si tratta di una religione priva di elementi dogmatici, tanto che per lungo tempo fu inglobata nel buddhismo. I buddhisti consideravano in effetti le divinità shintoiste, Amaterasu, Izanagi e Izanami, Susanoo, Ninigi no Mikoto, ecc. come bodhisattva e li veneravano come tali. Anche oggi, del resto, il buddhismo e lo shintoismo possono essere praticati contemporaneamente da una stessa persona, il che limita di molto il valore dei dati statistici sul numero dei fedeli delle religioni Giapponesi.
Dal 1868 (fino al 1946) lo shintoismo protetto dal governo ("shintoismo di Stato"), venne considerata religione di stato: l'imperatore era considerato discendente diretto della dea del Sole Amaterasu, credenza abbandonata, dietro pressioni americane, in una dichiarazione imperiale del 1946. La caratteristica principale di questa religione è il culto di kami (divinità) della natura, tra cui emergono la dea del sole Amaterasu, il dio degli uragani Susanowo e la coppia Cielo e Terra, cioè Izanagi e Izanami. Il culto popolare shintoista si rivolge a un gran numero di divinità locali ed è ricco di feste e pellegrinaggi. Il torii è per antonomasia il simbolo universalmente riconosciuto dello Shintoismo, simbolo del misticismo, esso rappresenta i portali che danno accesso ai templi o ad una qualsiasi zona naturale considerata sacra. Esso incarna anche l'eterna interazione, poiché immedesimazione, del mondo umano con il mondo divino. Attraversare un torii significa rivitalizzare i sensi spirituali e rinnovare di continuo la partecipazione alla vita, all'universo intero e alla propria esistenza soggettiva. L'origine di questo simbolo è pressoché sconosciuta, alcuni la ricollegano al mito in cui Amaterasu si nascose in una caverna per sfuggire a Susanoo, altri ne vedono l'origine analizzando l'etimologia della parola. Torii è infatti composto da tori, che significa uccello con l'aggiunta di una i finale. Secondo questa spiegazione i primi torii erano volti ad ospitare gli uccelli, considerati particolarmente importanti dalla religione shintoista poiché simboleggianti il contatto tra la Terra e il cielo, metafore rispettivamente del mondo umano e di quello divino.
Lo Shintoismo è stato definito «la religione della Giapponesità» ed i valori ed usi di questa religione sono inseparabili da quelli della cultura Giapponese precedente all'influsso delle idee cinesi che avvenne alla metà del VI secolo. Molte famose pratiche Giapponesi hanno radici dirette o indirette nello Shintoismo. Per esempio alla base delle tipiche arti Giapponesi delle composizioni floreali ikebana, dell'architettura tradizionale e dei giardini alla Giapponese ci sono chiaramente gli ideali shintoisti di armonia con la natura. Un collegamento più esplicito allo Shintoismo è nel Sumo dove, anche nella versione moderna, alcuni rituali shintoisti vengono eseguiti prima di un incontro, come la purificazione dell'arena cospargendola di sale. È tuttora consuetudine per molti Giapponesi dire Itadakimasu ("ricevo umilmente [questo cibo]") prima di mangiare e gran parte dell'enfasi Giapponese sulle forme corrette di saluto può essere considerata una continuazione dell'antica credenza shintoista del kotodama (parole con un effetto magico sul mondo). Molte pratiche culturali Giapponesi, come l'uso di bacchette di legno per mangiare o togliersi le scarpe prima di entrare in un edificio possano aver avuto origine da credenze e pratiche shintoiste.
Secondo alcuni, l'ideologia shintoista ha avuto un notevole impatto sulle nuove generazioni occidentali attraverso i manga e i cartoni Giapponesi che ne sono fortemente permeati.
Qualche parola sul cristianesimo: esso arrivò in Giappone nel XVI sec., e fu perseguitato dalle autorità governative nei secc. XVII e XVIII, ma accolto favorevolmente dall'era Meiji (1868): attualmente i cristiani, dei quali due terzi sono protestanti, rappresentano l'1,4% della popolazione Giapponese. A partire dalla prima metà del XIX sec., e poi con particolare rigoglio dopo la fine della seconda guerra mondiale, si sono sviluppate molte nuove religioni (più di cento), che sono in genere sviluppi del buddhismo e dello shintoismo, ma con spiccati caratteri eclettici e che raggruppano parecchi milioni di adepti.