Popolazione e Società




Il 70% del territorio Giapponese è montuoso, il 67% è ricoperto di foreste, il 15% occupato dall'agricoltura. Resta solo uno spazio del 18% utilizzabile dall'abitazione. Il Giappone è quindi uno dei Paesi più densamente popolato del mondo, con un coefficiente bassissimo di abitabilità. E' questo anche uno degli aspetti del Giappone d'oggi. L'urbanesimo, già rilevante fin dall'inizio del nostro secolo, è divenuto un fenomeno quasi abnorme. Basti pensare che Tokyo ha raggiunto superato gli 11 milioni di abitanti e si pone tra le megalopoli del mondo.


 

I giapponesi, in genere, hanno statura piccola (m 1,60 per gli uomini e 1,50 per le donne); sono robusti e ben proporzionati; il colore della pelle varia dal giallo pallido al giallo bruno Ancora non è completamente chiara l’origine dell’etnia nipponica: probabilità discendono da Ainu, Mancesi, Mongoli, Coreani, Cinesi, Indonesiani e Polinesiani che quasi sicuramente si stabilirono nell'arcipelago diversi secoli prima della nostra era, provenendo dalla Corea. In proposito una curiosa nota antropologica: oggi i coreani che vivono in Giappone sono visti quasi come una razza inferiore tant’è che sono rarissimi i i matrimoni tra Coreani e Giapponesi e difficilmente un Coreano riesce a occupare un posto di lavoro di rilievo. Forse perché i Coreani che vivono in Giappone sono gli Intoccabili Giapponesi. Fino a soli pochi anni fa venivano chiamati Eta, che significa "sozzi". Ora questa parola è stata ufficialmente eliminata e sostituita col termine Burakumin, che vuol dire "piccola gente".

 

 

Due parole, ora, sull’andamento demografico: il censimento della popolazione è stato introdotto in Giappone nel 1920 e si svolge ogni cinque anni. Inoltre, ogni anno viene rilasciata una stima ufficiale, basata sulle tendenze evidenziate dal censimento.
Nel 1872, anno di cui è disponibile una prima stima della popolazione, in Giappone vi erano quasi 35 milioni di abitanti. L'ultimo censimento ne registrava 125,5 milioni, mentre l'ultima stima ufficiale è 126,6 milioni. Come numero di abitanti, il Giappone è il settimo paese al mondo, dopo Cina, India, Russia, Stati Uniti, Indonesia e Brasile.
Per quanto riguarda la densità, si è passati dalle 91,2 persone per km² del 1872 alle 336,8 del censimento, fino alle 339,8 dell'ultima stima. La densità media della popolazione deve essere ricondotta agli 80.000 km² di pianure, il che la fa salire vertiginosamente.


In Giappone ci sono 11 città con oltre un milione di abitanti. Infatti, il 78% della popolazione vive in città. La migrazione verso le aree urbane assume un grande rilevo negli anni '60 e si concentra verso le tre maggiori aree metropolitane di Tokyo, Osaka e Nagoya, che raccolgono oggi circa il 44% della popolazione, mentre l'area di Tokyo, unica meta del flusso migratorio a partire dagli anni '80, rappresenta da sola il 24% della popolazione totale.


 

Lo spettro della sovrappopolazione ha assillato a lungo il paese e ha portato all'ingegnosa valorizzazione delle regioni di montagna e litoranee, alla colonizzazione di Hokkaidou a partire dal periodo Meiji (1868-1912), all'emigrazione in entrambe le Americhe (ancora 16.000 persone tra il 1947 e il 1956) o in Australia (fino alla Seconda Guerra Mondiale) e, infine, a una politica di limitazione delle nascite (legge eugenetica del 1948).


Ora il tasso di crescita della popolazione è quasi nullo e alcune prefetture hanno già una crescita negativa.
La società Giapponese è per vari aspetti poco comprensibile per un occidentale. A esempio, i Giapponesi hanno conservato un estremo rispetto per miti e tradizioni del passato, ma nello stesso tempo appaiono aperti in pieno alle influenze del progresso e del mondo esterno. Sembra inoltre che possano considerarsi l'unica società che sia riuscita a combinare la sensibilità della massa moderna con le regole casalinghe di una piccola tribù. Il Giappone. è il paese dei calcolatori, eppure in ogni casa vi è un abaco, l'antico pallottoliere per fare i conti. Frequenti restano casi di bushido, il suicidio di un'intera famiglia, talora compiuto per onore.

 

 

Le abitazioni sono ovviamente costruite secondo moderni criteri e tuttavia quando è possibile, tenendo conto anche del poco spazio disponibile, si cerca di ripetere le caratteristiche della casa tradizionale, costituita da una gabbia leggera di legno, con pilastri appoggiati su pietre. Le pareti della casa sono scorrevoli e le camere sono separate da telai di carta. I pavimenti sono ricoperti di stuoie di paglia di riso. La cucina e i corridoi hanno pavimenti di legno lucido. Le camere migliori sono esposte a mezzogiorno, verso il giardino interno. Mancano quasi del tutto i mobili; i letti sono formati da coperte imbottite che si ripongono durante il giorno; gli armadi sono nascosti dietro i tramezzi; mancano le sedie e il riscaldamento è assicurato da bracieri. Anche se costruito e formato sul modello di quello cinese, il giardino Giapponese rappresenta il colore locale. Esso in genere è costituito da un insieme di collinette, un laghetto con un'isola, prati erbosi, gruppi d'alberi e di bambù popolati di animali. L'arte del giardinaggio Giapponese si può ammirare specialmente a Kyoto. La cucina Giapponese è in genere priva di grassi, ricca di carbonio ma povera di azoto. Tre sono i pasti giornalieri: al mattino, a mezzogiorno e al tramonto. In una famiglia media si hanno per ogni pasto due piatti: un pesce arrosto, una minestra liquida con riso cotto a vapore. La bevanda abituale è il tè, che si beve in principio e alla fine. Il sake o vino di riso si beve in genere caldo all'inizio del pasto.

 

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