La lingua


La lingua nipponica è molto difficile: se volete imparare a leggere il giapponese, sappiate che ci vorranno diversi anni. Il Giappone è infatti caratterizzato da uno dei sistemi di scrittura più complessi del mondo, basato su tre diversi alfabeti diversi (quattro se si considera anche l'uso, sempre più diffuso, dell'alfabeto latino, il romaji). A differenza di altre lingue orientali, il giapponese non è tonale e la pronuncia è abbastanza facile da imparare.


 

Il Giapponese (nome nativo nihongo) è una lingua agglutinante, del gruppo uralo-altaico e, quantunque abbia rapporti con quella coreana ed una parentela con le lingue mongoliche, si differenzia dalle altre lingue dell'Asia orientale per la molteplicità delle sillabe. Dal punto di vista filogenetico il Giapponese si considera solitamente una lingua isolata, per l'impossibilità di ricostruire con sicurezza la sua origine. Alcune delle teorie proposte ipotizzano che il Giapponese possa avere origini comuni con la lingua Ainu (parlata dalla popolazione indigena Ainu tuttora presente nell'isola di Hokkaidō), con le lingue austronesiane oppure con alcune lingue del gruppo uralo-altaico. Le ultime due ipotesi sono attualmente le più accreditate: molti linguisti concordano nel ritenere che il Giapponese sarebbe costituito da un substrato austronesiano a cui si è sovrapposto un apporto di origine uralo-altaica. Evidenti sono le somiglianze sintattiche con il coreano, da cui differisce tuttavia sul piano morfologico e lessicale.

 

 

Nella lingua Giapponese esistono tre diverse categorie di parole, quelle originarie del Giappone che costituiscono la categoria più grande, seguite dalle parole che sono state importate dalla lingua Cinese in tempi remoti e infine la categoria più piccola ( ma in rapida espansione) di parole prese in tempi recenti dalle lingue occidentali, come l'Inglese.


Anche gli alfabeti sono tre, ritroviamo il hiragana, katakana e kanji.
I primi due alfabeti sono fonetici, cioè ad ogni simbolo corrisponde un suono ( come da noi ) e sono molto simili fra loro, il terzo invece è simbolico, cioè ad ogni simbolo corrispondono uno o più significati. I kanji, hanno una loro precisa maniera di essere scritti. Sono composti da più tratti e c'e' un ordine fra questi e anche quello che a prima vista può sembrare superfluo (certe "sbavature") e' invece significativo.
Un'altra cosa che riguarda la scrittura: i Giapponesi possono scrivere in orizzontale o in verticale. Nello stile occidentale, cioè nelle file orizzontali dalla parte superiore alla parte inferiore della pagina, o nello stile giapponese tradizionale, cioè in colonne verticali dalla destra alla parte di sinistra della pagina. Entrambi gli stili di scrittura sono oggi parallelamente utilizzati.


 

Vi sono diversi sistemi di translitterazione (un insieme di regole che permette di scrivere con caratteri occidentali) chiamati roomaji; quello più famoso e il piu' utilizzato è il sistema Hepburn.

 

Nelle lingua Giapponese non esistono:


non ci sono spazi, ogni parola viene scritta accanto all’altra, sono i kanji che permettono di identificare le parole.
la forma plurale
gli articoli
le forme possessive o i pronomi
la coniugazione dei verbi a seconda delle persone
una forma per indicare il futuro


In paragone ad altre lingue, il giapponese possiede relativamente pochi suoni e la pronuncia non crea problemi alla maggior parte dei principianti. La difficoltà più grande sono gli accenti, che esistono, ma in misura molto più bassa che nella lingua cinese. In più, ci sono molti omonimi, cioè parole che sono pronunciate allo stesso modo, ma hanno significati differenti.

 



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